L'ancora di salvataggio

Papa-Francesco

Domenica mattina 1 settembre 2013. Un uomo si affaccia da una finestra e si mette a parlare con il cuore in mano di fronte a migliaia di persone che lo guardano. Un grido, disperato, ma allo stesso tempo carico di speranza si leva verso le persone. è il grido di pace che a gran voce Papa Francesco e molte altre persone lasciano uscire dai propri polmoni, per chiedere che in Siria e non solo i conflitti armati finiscano una volta per tutte.

 

Si capisce che non è stata una mattina comune. Non si tratta del usuale, un po monotono e menenso auspicio di pace nel mondo che molti si aspetterebbero. Auspici che persino le miss di qualche paesello tentano invano di augurare alla platea per accattivarsela. No. Quella mattina la storia è stata scritta con le unghie della disperazione. Dal giorno in cui si è insiedato sul soglio pontificio, Papa Francesco, il Papa dei poveri e degli ultimi, ha cercato di dare una scossa tremenda al mondo vaticano e cristiano. Sapeva bene che il suo compito, e lo sa tutt'ora, non sarebbe stato dei più semplici. 

Da quella stanza, che ora non è più, per suo volore, l'appartamento papale, ha detto forte e deciso, precise parole rivolte ai grandi e potenti del mondo. Una stop fermo, deciso, chiaro e limpido, che mai potrebbe essere confuso o interpretato in altra maniera. Uno stop permanente alla guerra, alla violenza. Ricordando le parole di Papa Francesco: "Violenza chiama violenza". Una frase saggia, non fatta e retorica. Gli antichi dicevano similrmente che dal male può nascere solo altro male. 

Nel precedente articolo sulla Siria ho cercato di evidenziare le palesi contraddizioni che degli USA. Il loro tentantivo, maldestro, di voler attaccare la Siria, ed ora con il passaggio, dalle sembianze democratiche (attenzione, perchè qui qualche giornalista di rilievo c'è cascato), di Obama davanti al Congresso il prossimo 8 settembre, rassomiglia ad una sola cosa: una dichiarazione di morte. Si, ma di chi? Dei siriani? O forse dei prossimi nemici russi e cinesi? Certamente no. è un colpo americano assestato nei confronti di se stessi e dell'intero mondo occidentale, compresa l'Europa. 

Solo uno stolto potrebbe pensare che gli USA possano riuscire vittoriosi ed indenni da questo conflitto. Le posizioni e le parti in causa sono molto chiare. Qual'ora gli USA attaccassero il paese mediorientale, l'Iran tenterebbe ritorsioni contro Israele. Quest'ultimo, insieme alla Turchia attaccherebbe la Siria, innescando una reazione a catena che porterebbe inevitabilmente ad un intervento militare russo. Probabilmente i cinesi entrebbero nel conflitto solo come extrema ratio, tenterebbero di discostarsi il più possibile. Ma tale evenienza ha ben poche probabilità di successo.

Per questo Papa Francesco, sapendo bene quale tipo di reazione a catena su scala planetaria potrebbe accadere, ha cercato ieri mattina, con il proprio cuore in mano, di smorzare le coscienze di tutti gli uomini di buona volontà. Di qualunque religione e credo. Perchè sa bene che da soli i crisitiani possono poco, per questo, in un momento storico così critico, c'è bisogno d'operare un grande piano strategico, che possa contenere il maggior numero di alleati possibili, dagli ebrei, mussulmani, buddisti, induisti, protestanti e di tutti gli altri credo, compresi chi non crede, ovvero gli atei.

è una richiesta legittima la sua, che avrà il culmine e concretezza questo 7 settembre. Il Papa ha voluto invitare chiunque possa a recarsi a Roma, in Piazza San Pietro, dalle 19 alle 24, per una sera di raccoglimento e di preghiera, anticipata da una giornata di digiuno (usanza molto cara ai cristiani, mussulmani e buddisti). Il giorno non è a casa. Infatti si spera che quella moltitudine di gente che si riunirà possa fermare la decisione di Obama del giorno seguente. Si spera che il Congresso bocci la richiesta d'intervento militare in Siria. è risaputo che Obama, dopo le ultime elezioni, è uscito parzialmente sconfitto, con una maggioranza labile, che potrebbe non esserci il giorno 8 settembre.

Vorrei far notare ulteriori due elementi. Il primo è il carattere di questo Pontefice, il modo con cui ha cercato di e sta cercando di interporsi nelle scelte e decisioni internazionali, promuovendo ideali democratici come la pace e la non violenza che sono insiti in molte costituzioni ( vedi l'art. 10 della Costituzione italiana ad esempio), e che nonostante tutto vengono violati in maniera ripetuta. Ha ammonito questa volta i paesi, e gli USA, sul giudizio non solo divino, ma anche e soprattutto quello della storia. Gli uomini non dimenticheranno chi sarà il colpevole dell'inizio di un'eventuale nuova guerra mondiale. Il secondo elemento è il periodo secondo il quale dovrebbe esserci l'intervento americano in Siria, qual'ora la votazione o comunque la scelta di Obama fosse positiva: un periodo di tempo vicino all'11 settembre. Coincidenza. Certo, ma mi riservo di pensare che questo intervento forse non sia stato così tanto non programmato dagli americani come si suole pensare attualmente. Non ho nessuna prova di questo secondo elemento, è solo una mia personale congettura, quindi consideratela come tale.

Quì di seguito, l'appello di Papa Francesco: Angelus 1 settembre 2013 - No alla guerra di Papa Francesco

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