Confessioni di un neolaureato in cerca d'impiego in Italia

Una delle cose peggiori è sapere che nonostante una laurea valida con un buon punteggio finale, una vita a studiare, il tuo Paese non riesce a darti uno straccio di lavoro, anche mal pagato. Lavorare gratis va bene se sei studente, per formarti e fare curriculum, ma non se sei un libero cittadino in cerca di lavoro.

 

E cosa ancora più frustrante è il fatto che nonostante mandi decine di CV le aziende non si degnano nemmeno di risponderti con un "No, grazie". Chiediamoci di chi sia la colpa di questa situazione e perchè perseveriamo a votare certa gente incapace di dare lavoro alla popolazione, rendendola senza dignità. Se a queste prossime elezioni vincerà chi temo io, va da sè che c'è il rischio che io e milioni di altri giovani italiani se ne andranno dal proprio paese per cercare un minimo di umanità lavorativa altrove.

Ci si sveglia la mattina in casa propria, sperando che il telefono squilli e sia qualche azienda o agenzia che ti possa chiamare, anche solo per colloquio conoscitivo, almeno per far permanere interiormente la speranza o illusione che forse questo si tramuterà in un'opportunità lavorativa. 

Io sono un mese che cerco un lavoro seriamente dopo aver conseguito una laurea in giurisprudenza, ma le uniche opportunità che mi sono state presentate riguardavano tutti lavori non retribuiti. Ho accettato uno di questi impieghi. In sostanza sono web editor di un giornale online di finanza ed attualità. Mi è stato detto dal direttore, molto onestamente, che non ci sarà contratto perchè il lavoro non è retribuito. Lavorare gratis, forse "verrai pagato tra 6 mesi, ma non aspettarti cifre astronomiche". Perchè ovviamente il giornale è ancora in fase di sviluppo, quindi dovrei attendere l'iscrizione all'albo presso il tribunale, inoltre attendere che si crei la redazione del giornale e forse un giorno, magari in estate, sapere di poter entrare come pubblicista per un impiego che è ben lontano dal mio percorso di studio.

Ovviamente dovrei sopravvivere per tutti questi mesi in attesa di una chiamata, come un assetato nel deserto che vede un miraggio, ma che non riesce mai a raggiungerlo. è sfiancante per un giovane sentirsi sfruttato così. Certo, non è la mia situazione, perchè io ho scelto questo impiego, anche se penso che fra 1 mese o forse di meno lo lascerò, perchè ho la certezza di non vedere un soldo bucato. Accetai solo esclusivamente "perchè faceva CV". 

Giustificazione banale, ma di stare a casa e girarsi i pollici non è da me. Io ho sempre combattuto per quello che desideravo, e così io sto combattendo per accedere ad un mondo del lavoro che tuttavia mi rigetta, come se fossi un organismo estraneo. Eppure io ho studiato tutta una vita, mi sono preparato, ho competenze. Non ho grandi pretese di guadagno iniziale, so bene che c'è da faticare i primi anni ed io sono disposto a tutto per poter avere un lavoro.

Quello che chiedo è che le istituzioni si accorgano di quello che sta accadendo. Chiedo solo un lavoro per poter andare in giro dignitosamente e guardarmi allo specchio senza sentirmi triste. Se così non sarà, io molto probabilmente andrò via da questo paese, che mi caccierà con la sua indifferenza ed apaticità. Forse il Sud-America, il nuovo Eldorado, terra di grandi opportunità, dove la vita non è più semplice, ma la politica per lo meno è più attenta alle vicissitudini e bisogni delle persone, dove se si vuole creare un'impresa dal nulla si viene sostenuti se l'idea è buona, dove le banche concedono ancora un minimo di prestiti e finanziamenti, dove la gente non si ostina a votare chi gli toglie il pane dalle mani.

In tutta sincerità, se milioni di italiani emigreranno, accadrà quello che temo di più. Una rivolta civile, che sfocerà nel sangue. L'anarchia divorerà in una spirale di violenza l'Italia. Temo che il progetto ai piani alti europei sarà proprio questo; è accaduto in Grecia, potremmo essere noi i prossimi.

Dobbiamo ritrovare il senso di umanità che la Costituzione ci impone, non solo come fonte principale del diritto italiano e garanzia di giustizia, ma soprattutto come buon senso, che purtroppo in questi anni in Italia si è perso. Il senso di comunità, di solidarietà, di aiuto l'uno con l'altro. Relegare l'indifferenza, l'arroganza e la rabbia ad angoli bui e nascosti. Se alle prossime elezioni (sempre che ci siano, se non ci commissaria nuovamente l'UE) dovessero vincere i partiti tradizionali, questo significherebbe la tomba per questo paese per almeno altri 20 anni. Questa crisi non è il 1929: è molto più complessa del 1929.

Saluti L.S. aka Lorenzo Fenix

 

 

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